Dipendiamo dalle esperienze, piacevoli o dolorose, per restare svegli e ricerchiamo ogni tipo di sfida per sentirci vivi. Quando ci si accorge che questa dipendenza dai problemi e dalle esperienze non fa altro che rendere la mente più ottusa e che queste cose non ci tengono veramente svegli; quando si comprende che abbiamo avuto migliaia di guerre e non abbiamo imparato niente, che siamo disposti a uccidere il nostro vicino anche domani, alla minima provocazione, allora ci chiediamo perché vogliamo queste sfide e se è possible essere svegli facendone a meno.
Questa è la vera domanda, capite? Dipendo da un problema, da un’esperienza, spero che questa mi dia più eccitazione, più intensità, che renda la mia mente più acuta, ma non è così. Perciò mi chiedo: è possible rimanere completamente sveglio, non soltanto in alcune parti del mio essere, ma totalmente sveglio, senza alcuna sfida, senza alcuna esperienza? Vale a dire, posso essere luce a me stesso, senza dipendere dalla luce di qualcun altro? Questo non significa che mi vanto di non dipendere dalle stimolazioni. Posso essere una luce che non si spegne mai? Per scoprirlo devo andare a fondo dentro me stesso, conoscermi totalmente, conoscere ogni angolo di me; non ci devono essere zone oscure, ogni cosa deve essere esposta. Devo essere consapevole di tutto il mio sé, che è la coscienza dell’individuo e della società. Solo quando la mente va oltre questa coscienza individuale e collettiva c’è la possibilità di essere luce a se stessi, una luce che non si spegne mai.
(Jiddu Krishnamurti – Talks and Dialogues Saanen 1967, pp 111-112)
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