“Se sei davvero ricettivo non hai bisogno di niente. Quando non hai bisogno di niente, la rivelazione si rivela da sé. Non come qualcosa che doveva o che deve avvenire […].
La generazione è per definizione un produrre, portare alla luce, qualcosa che non c’era e adesso è qui. […] Generare richiede una concentrazione di sforzi, mentre la rivelazione richiede ricettività. Nella ricettività non c’è attesa. […]
Quando non ti definisci sei la libertà. Paradossalmente, quando non rivolgi l’attenzione a mettere in atto o reprimere alcun aspetto di te, la generosità si rivela un tuo attributo naturale. […] Sii aperto a vivere direttamente a quella che temi sia la tua natura negativa. Se non ti muovi per reprimerla né per agirla, la negatività non può sopravvivere. […]
Scopri ciò che è senza il bisogno di alcuna pratica.
Deve avvenire un’esperienza fondamentale […]. Questa esperienza fondamentale avviene, nel modo più inatteso, con la disponibilità a morire. Avviene quando sei aperto a non sapere quali sono i tuoi rapporti, qual è la tua storia o la tua forma, e meno ancora tutti i mutamenti di una tale conoscenza. Sto parlando di non sapere niente in uno stato vigile, di non sapere niente consapevolmente. Nell’attenzione vigile, la mente diventa così tranquilla che l’idea di un ‘tu’ o di una ‘mente’ semplicemente svanisce.
Quando il Buddha si sedette sotto l’albero della bodhi […] morì a qualunque idea di sé. […]
Poiché la realtà personale è creata dalla mente, può essere una realtà negativa o positiva. Possiamo vedere il mondo come un amico o come un nemico. Una realtà positiva è ovviamente molto più piacevole di una realtà negativa. È attraverso una realtà positiva che cogliamo dei barlumi di ciò che è al di là della realtà creata dalla mente, di ciò che non ha bisogno di essere creato dalla nostra mente, di ciò in cui tutta la creazione sorge.
La disponibilità a scoprire ciò che precede la nostra realtà personale, ciò che non dipende dalla nostra realtà personale, ciò che è già e non ha bisogno di pratiche, sostegno o credenze per essere, è la maturità spirituale. […]
La resa mentale è riflesso, riposo della mente […]. ‘Riflesso’ significa abbandonare tutte le considerazioni, i calcoli, le valutazioni […]. Una mente riflettente è sveglia ma riposa. È aperta. Allora, in modo del tutto naturale, inatteso e misterioso, sorge ciò che la mente riflette. […]
Intuizione e rivelazione sorgono naturalmente in questo riflesso. Saggezza e chiarezza sono i naturali effetti collaterali di questo riflesso, del non costruire e del non seguire le attività della mente. […]
Dico sempre una cosa sola: rimanete immobili. Lasciate che tutti i concetti si plachino e si dissolvano. Rimanete immobili, in quiete […]. Rendete la mente pronta per l’ignoto, per il vostro Sé […].
Smetti di sapere qualunque cosa. Smetti di cercare la comprensione intellettuale. Smetti di chiedere perché. Ogni volta che nasce un ‘perché’, non fa che trascinarti sempre più nell’intelletto. […] Sei chiamato all’esperienza diretta. Hai fame di esperienza diretta, ma essa non si trova in alcuna formulazione intellettuale.
Rimani immobile, ancora più immobile e poi sempre di più. […] Allora l’inconoscibile si rivela […]. Lascia che l’immobilità dissolva le credenze in un’esistenza indipendente, nella sostanzialità”.
– Da: Tu sei quello – Gangaji
– Gangaji – Macrolibrarsi
– Gangaji – Amazon
– Fonte