“Sto cercando solamente la scienza che si occupa della conoscenza di se stessi e che insegna a vivere bene e a morire bene”. (Michel de Montaigne)
Nella Grecia del VI secolo a.C., a Delfi nel tempio del dio della luce Apollo, campeggiava la scritta: “Conosci te stesso”. Per gli antichi greci conoscere se stessi era l’obiettivo più importante nel campo del sapere, e Socrate, ci dice Platone, era stato definito dallo stesso oracolo di Delfi il più sapiente, proprio perché di sé sapeva di non sapere. Dai suoi albori, nella cultura occidentale è presente la convinzione che la radice del sapere sta dentro di noi.
Nel Vangelo secondo Luca si legge: “Il regno di Dio è dentro di voi”.
Il regno di Dio, cioè il regno della beatitudine e il regno della verità. Sant’Agostino, nel IV secolo d.C., fa sua questa tradizione, sostiene che la verità è dentro noi stessi e che occorre andare quindi dentro di sé per conoscerla. Questo orientamento è presente nella storia del pensiero occidentale fino al XX secolo, e cito Husserl che nella sua fenomenologia si rifà al motto agostiniano: “Ritorna in te stesso. La verità è dentro l’uomo”. Nel VI secolo a.C., in India, il giovane Gotama, futuro Buddha, cerca la via per eliminare il dolore, e anch’egli comprende che essa è la ricerca dentro di sé. (…)
La tecnica di meditazione Vipassana è la scoperta scaturita dalla sua esperienza. Vipassana significa “chiara visione” (dal pali vi-passati, vedere chiaramente): per estinguere il dolore occorre “vederlo chiaramente” cioè conoscerlo per esperienza, sperimentando: l’indagare dentro di sé seguendo una disciplina rigorosa, ma rispettosa del corpo. Una disciplina che valorizza tutte le risorse del corpo e della mente.
Vincenzo De Giovanni
(psicologo, formatore e meditatore)
Da Vipassana è per tutti di S. N. Goenka
(…) Questa tecnica di meditazione è finalizzata alla purificazione mentale, che permette lo sviluppo delle qualità dell’amore, della compassione, della benevolenza, indebolendo il buio dell’ignoranza e delle abitudini nocive.
È un metodo pragmatico che può funzionare per chiunque. Solo l’essere umano possiede la straordinaria facoltà di osservare la realtà all’interno di se stesso, per sviluppare la saggezza, cioè la comprensione profonda della realtà. E per l’essere umano la mente è la più importante, perché è la mente che crea sia negatività e sofferenza, sia buone qualità e buoni sentimenti. Perciò la chiave è l’individuo: la società è formata da individui, e per migliorarla occorre che ogni singolo si migliori. E l’impegno individuale può scaturire dal rendersi conto che ogni volta si generano negatività, ci si sente infelici e sofferenti, mentre quando si generano buoni sentimenti ci si sente bene.
Mentre insegnavo Vipassana (nella prigione diTihar, a Nuova Delhi, 1994, n.d.r.) dissi ai carcerati che l’essere reclusi era una dura realtà per loro, ma che, in un certo senso, ogni individuo al mondo è carcerato, perché prigioniero dei propri radicati condizionamenti mentali.
( …) Auspico che tutti voi, per il vostro bene, possiate dedicare dieci giorni della vostra vita ad apprendere questo cammino, che può trasformarvi. Un cammino che insegna a vivere in modo pacifico e armonioso e a generare pace e armonia intorno a noi.
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