Un giovane amico una volta mi aveva chiesto di insegnargli la pratica della consapevolezza. Gli avevo offerto un mandarino, ma lui continuava a parlarmi dei suoi tanti progetti — quel che faceva per la pace, la giustizia sociale eccetera. Mentre mangiava, allo stesso tempo pensava e parlava. Sbucciato il mandarino si cacciava in bocca gli spicchi, li masticava rapidamente e poi li inghiottiva.
Gli dissi: “Fermati, Jim! Mangia il tuo mandarino”. Mi guardò e capì: smise di parlare e si mise a mangiare molto più piano e consapevolmente. Separò gli spicchi che rimanevano uno dopo l’altro, ne odorò il profumo delizioso, se ne mise in bocca uno per volta sentendo il succo colargli tutt’intorno alla lingua.
Qual è lo scopo di mangiare un mandarino? È mangiare il mandarino. Per tutto il tempo che ci metti a mangiare un mandarino, mangiare quel mandarino è la cosa più importante della tua vita.
La prossima volta che avrai a disposizione un mandarino, ti invito a mettertelo nel palmo della mano e a guardarlo in un modo che lo renda reale. Non ci vuole molto tempo, bastano due o tre secondi. Guardandolo, vedi il bel fiore di mandarino; vedi il sole e la pioggia; vedi il minuscolo mandarino che si va formando a partire da fiore. Puoi veder crescere il mandarino neonato, cambiare colore dal verde all’arancione.
Sbucciare il mandarino, odorarlo e assaporarlo può essere piacevolissimo. Può essere così per ogni cosa che facciamo: che noi si pianti la lattuga, si lavino i piatti, si scriva una poesia o si sommino colonne di numeri, possiamo farlo con concentrazione e in consapevolezza.
– Da: Thich Nhat Hanh – Mangiare in Consapevolezza
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