“Ogni suono proviene dal silenzio e ritorna al silenzio. Il silenzio è la lingua di Dio – tutto il resto è una pessima traduzione. Tuttavia la mente non comprenderà mai questa lingua, in quanto essa manca di parole, non conosce pensieri. Il silenzio è lo spazio sonoro vuoto dell’universo. Questo eterno silenzio della lingua di Dio non lo trovo tra Venere e Giove, lo trovo in me. È il silenzio interiore della mia vera natura al di là della parvenza momentanea ed effimera ospitata dal corpo e individuata da un nome.
Nella meditazione e nel cammino meditativo accogliamo quindi in noi il contatto con questo silenzio. Di conseguenza non è necessario trovarsi in un ambiente di silenzio per praticare la meditazione camminata. Il silenzio esteriore è sempre molto utile. Dobbiamo cercarlo e promuoverlo, curarlo e coltivarlo, renderlo parte della nostra vita. Ma la vita si svolge anche in molte situazioni rumorose. Anche lì posso sviluppare e conservare una mente meditativa, posso rimanere in contatto con il respiro, il corpo e i suoni e i rumori, le voci e gli strepiti che mi giungono all’orecchio.
Quanto silenzio interiore avrò a disposizione quando sono costretto ad aspettare in aeroporto per ore e ore un volo in ritardo in piena estate con l’aria condizionata che non funziona, in mezzo a tante altre persone di cattivo umore e bambini che giocano e gridano? Anche in circostanze in cui il silenzio esteriore è solo un desiderio, un sogno lontano al momento impossibile e irraggiungibile, anche e proprio in queste situazioni è di grande aiuto poter mobilitare il silenzio interiore curato e coltivato in precedenza, per esempio attraverso la meditazione camminata, in modo da averlo a portata di mano quando ne ho bisogno. Nei frangenti semplici della vita dovremmo sviluppare energie e tecniche che ci possono essere utili nei frangenti complicati. Si tratta di qualcosa di simile al proverbio “Chi risparmia oggi domani molto avrà”, o parafrasando un proverbio inglese “Risparmia per i giorni di pioggia”. Quindi non dovremmo cominciare quando vediamo che è in arrivo la pioggia, bensì prima.
Perché non adesso?”
Camminare nell’essere, essere nel camminare – Guida pratica |