“Fate della sofferenza un oggetto. Arrendendovi completamente alla sua percezione, sorgerà la luce. Per «arrendersi» io non intendo un’accettazione di tipo fatalistico o una specie di sacrificio psicologico. Il vero arrendersi è liberarsi di ogni idea e permettere alla percezione – in questo caso alla sofferenza – di venirvi incontro nella vostra apertura.
Vedrete allora che essa non scivola via, come nel caso dell’accettazione di tipo psicologico – dove l’energia fissatasi come sofferenza viene semplicemente trasferita in un’altra area – ma arriva a fiorire nella vostra piena attenzione. La percepirete allora come energia libera, un’energia che si era prima incapsulata. Questo «arrendersi» non è uno stato passivo. Esso è insieme passivo e attivo, passivo nel senso del «lasciar andare» tipico del «pover’uomo» di Mastro Eckhart, e attivo dal punto di vista di una costante vigilanza.”
Jean Klein