“Le Upanishad dicono che il fuoco interiore ‘è il vero incenso’. Di solito, quando si celebra un rito, si utilizza dell’incenso: quell’incenso è del tutto inutile, se non porti con te il tuo fuoco interiore, in quanto incenso. Le Upanishad stanno cercando di dare significati interiori a simboli esteriori: ogni simbolo ha una controparte interiore. L’elemento esteriore è buono in sé, ma non è sufficiente; ed è soltanto qualcosa di simbolico, non è la sostanza: riflette qualcosa, ma non è l’elemento reale.
Gli incensi bruciano dappertutto, soprattutto nei templi; è qualcosa di buono, per ciò che vale: restano comunque simboli esteriori. Occorre un fuoco interiore. E nello stesso modo in cui gli incensi emanano una fragranza, anche il fuoco interiore ne sprigiona una: più sei centrato in te stesso, più la tua intera presenza diventa un profumo; e coloro che sono aperti e ricettivi lo avvertiranno. Non limitarti a utilizzare l’incenso esteriore, attiva anche l’incenso interiore. E questo incenso interiore si può conseguire solo attraverso la consapevolezza. Non c’è altro modo. Tutto dev’essere sacrificato in funzione della consapevolezza, solo allora si scopre la fiamma interiore. Esiste! È presente dentro di te!” (Osho)
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– Da: “Le fragranze dell’anima” a cura di Deva Prisha & Anand Videha – Oshoba