«La via dei Sufi. Quando guardi un albero o la luna o un fiume o l’oceano, sei lo specchio e ciò che vi si riflette. L’esistenza è una. Questa è la conclusione fondamentale di tutti i mistici: l’intera esistenza è una cosa sola, non esiste dualità. (Osho)» La danza roteante o turbinante è una vera e propria forma di meditazione, dinamica, ma comunque silenziosa. Segue un filmato con Sufi contemporanei. Al Mevlana Festival di Konya (Turchia).
Prendo spunto dall’argomento e dal filmato per recensire un bel libro che ho letto di recente.
Osho – Scolpire l’Immenso – Discorso sul mistico sufi Hakim Sanai
Eccoci di nuovo a passeggiare in quel Giardino Cintato in cui Sanai intesse parole di incredibile intensità per dare sostanza allo sconfinato che è la nostra realtà naturale, qualcosa di cui siamo immemori solo perchè troppo identificati con ciò che non siamo.
Trasformato dall’incontro con Lai-Kur, un mistico Sufi illuminato, Sanai diventa a sua volta vettore di quella fiamma di consapevolezza che lo aveva risvegliato e il frutto più squisito da lui donato all’umanità è il poema di cui Osho commenta altri brani salienti in queste pagine: L’Hadiqa, il Giardino Cintato della Verità.
Osho riprende il suo commento con questa affermazione: “Di nuovo, per qualche giorno, ti accompagnerai a una delle anime più grandi mai esistite. Camminerai su un suolo sacro: stai molto attento, sii presente e consapevole; sii in amore, aperto e vulnerabile, in questo caso in te può affiorare qualcosa che può diventare una trasformazione; qualcosa può essere innescato.
“Ma ricorda: non è qualcosa provocato dall’esterno, non si tratta di una dinamica causa/effetto; ecco perché è al di là di qualsiasi comprensione scientifica. Tuttavia, alla presenza del Maestro può accadere. Accade senza essere causato: è una sincronicità”.
In questo caso i Maestri sono due, ne scaturisce la sensazione tangibile di una dimensione in cui si è assorbiti, nostro malgrado: un avvento che può risvegliare al nostro vero destino di esseri umani.