Questa solitudine viene quando la mente è libera dal pensiero. Quando c’è l’influsso del desiderio o delle cose che la mente insegue, nel futuro o nel passato, non c’è solitudine. Tale solitudine viene solo nell’immensità del presente.
E allora, in quella quieta segretezza in cui ogni comunicazione è terminata, in cui non c’è nessun osservatore con le sue angosce, con le sue stupide voglie e i suoi problemi, solo allora, in quella quieta solitudine, la meditazione diviene qualcosa che non può essere espresso a parole. La meditazione diviene un movimento eterno.
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