La respirazione è la funzione fondamentale che incessantemente alimenta la nostra vita. A dire il vero, ed è sorprendente, poco ci preoccupiamo della sua correttezza e raramente ci rendiamo conto della forza in essa racchiusa.
Da tempo si è colta la relazione tra respirazione e attività mentale. Anello di congiunzione tra soma e psiche, il respiro può diventare “canale privilegiato per l’azione e la comprensione su e di entrambi”.
Preoccupazione e stress possono modificarne il fluire armonioso ed esserne a loro volta influenzati. Paura, pianto, gioia, rabbia hanno componenti emotive e respiratorie inseparabili. Parliamo di “fiato sospeso”, “sospiro di sollievo”; ci sentiamo soffocare… ispiriamo fiducia… temiamo una cospirazione… Espressioni, metafore e modi di dire simili si ritrovano in lingue ed epoche storiche diverse.
Culture disparate hanno visto nell’aria il ” vitale ” per eccellenza, legando sovente la comparsa dell’uomo e del mondo materiale a un elemento aeriforme sottostante: lo ” spirito ” o il ” soffio “. Leggiamo nella Genesi che Dio formò l’uomo dal fango e alitò in lui lo spirito della vita. Narra un mito australiano che il Creatore, plasmato l’uomo dall’argilla, gli soffiò il proprio alito nella bocca, nel naso e nell’ombelico. Negli Orphicarum Fragmenta si legge che la Notte, fecondata dal Vento, depose un uovo d’argento contenente il mondo intero.
Per Anassimene l’aria è il respiro del mondo: infinito e movimento perenne sono suoi attributi. E il concetto di respirazione cosmica, di origine orfica, viene poeticamente espresso nell’Ottocento da Hölderlin. Secondo gli Stoici un soffio caldo e vitale, ragione seminale del mondo, tutto conserva, alimenta, accresce, sostiene, e la respirazione unisce l’uomo allo spirito universale. Concetti non dissimili sono presenti nel Taoismo e nello Zen.
Da millenni considerata di fondamentale importanza nei Paesi orientali, la respirazione e i metodi di regolazione e controllo a essa associati sono diventati oggetto di interesse e di serie ricerche e applicazioni anche nei Paesi industrialmente avanzati. Schwartz documenta l’utilizzo di tecniche respiratorie per la soluzione del problema della balbuzie. L’autoterapia Zilgrei, sistema di prevenzione e cura del dolore, si basa su associazione e coordinamento del respiro con una particolare posizione del corpo.
Alla respirazione attribuiscono grande importanza i metodi di preparazione al parto, le tecniche di rilassamento, la cromoterapia e la Meditazione, i cui potenziali benefici sono ormai ampiamente documentati. Attraverso una pratica regolare si può conseguire attenuazione di disturbi legati allo stress; accesso a ricordi e aspirazioni rimosse; aumento di creatività, autostima, efficienza.
Nel campo della psicoterapia la respirazione occupa generalmente un posto di primo piano nelle scuole ad approccio psicofisico che considerano insufficiente la sola analisi verbale e, in modo particolare, nella bioenergetica, psicoterapia messa a punto da Lowen e da lui definita “studio della personalità umana dal punto di vista dei processi energetici del corpo”. ” Riscoprire la potenzialità di autoregolazione del proprio respiro “, si è affermato, ” è una delle scoperte più belle che siano mai state fatte con la bioenergetica… Il risultato è gioia, gioia di vivere, di respirare, di pulsare, di essere… l’entusiasmo per avere imboccato un’avventura meravigliosa “.
Lowen è convinto che non si insista mai abbastanza sull’importanza della respirazione, a torto trascurata da medici e terapisti, di cui illustra ampiamente la dinamica, il nesso con i sentimenti e con i più comuni disturbi.
” Respirare profondamente “, afferma, ” è sentire profondamente “. Nella respirazione sana, che è unitaria e globale, i movimenti di espansione e contrazione, ” fondamento dell’esperienza di piacere e dolore “, coinvolgono tutto il corpo che, privo di blocchi che impediscano il fluire delle sensazioni, sarà vibrante, integro, ” vivo “. I movimenti di un corpo libero da tensioni croniche sono spontanei e coordinati, esprimono grazia, rispecchiano salute mentale.
Ma per quale motivo la respirazione, funzione centrale, assieme al movimento, per una piena e piacevole efficienza, è tanto spesso inadeguata, disturbata, con conseguenze che vanno da facile affaticamento a irritabilità e ansia, da incapacità di concentrazione a depressione, da mancato raggiungimento della completa soddisfazione sessuale ad acutizzazione di sintomi quali claustrofobia, agorafobia, panico? Perché molto presto impariamo a inibirla per evitare sensazioni spiacevoli, per non percepire paura, collera, tristezza. Impulsi ed emozioni represse, tensioni mai del tutto evitabili, ma estremamente frequenti in una società orientata al potere e al successo, creano blocchi energetici che si strutturano, con il passare del tempo, in una vera e propria ” corazza muscolare ” strettamente legata alla formazione del carattere. Un sentimento represso diventa ” lo scheletro nell’armadio ” che ci terrorizza finché non decidiamo di aprire la porta.
È necessario, spesso con fatica e pazienza, eliminare blocchi e aprirsi alle emozioni, senza dimenticare che ” l’incapacità di respirare normalmente diventa il principale ostacolo al recupero della salute emotiva “. Occorre allora che la terapia incominci con la respirazione, la quale fornisce l’energia necessaria e, associata al movimento e all’analisi verbale, permetterà emersione e soluzione di quanto è stato inconsapevolmente imprigionato. Sono aspetti rilevanti, comuni a bioenergetica e Rebirthing: la centralità della respirazione; la necessità di integrare corpo, mente ed emozioni, eliminando i blocchi energetici con l’aiuto di tecniche corrette; il rifiuto di rigidi determinismi e l’attribuzione di un ruolo dinamico al presente, pur non sottovalutando l’importanza della riconciliazione con il passato.
Nel Rebirthing c’è però, oltre a una semplificazione tecnica, un utilizzo più intenso e più duraturo del respiro: l’accentuazione di fattori in Lowen soltanto accennati; l’inclusione di concetti non presi in considerazione dalla bioenergetica. Ken Wilber, noto psicologo transpersonale, che ha dato un’interessante esposizione della multidimensionalità della coscienza, ritiene che la bioenergetica sappia creare un ” equilibrio felice tra il mentale e il fisico “, ma che a questo livello debba seguire quello transpersonale, mirante a un ottimale sviluppo bio-psico-spirituale, con consapevole apertura a una visione cosmica e intuitiva, oltre che individuale e logica della vita.
Tramite la pratica di ritmi respiratori controllati non giunge a noi soltanto ossigeno, ma viene volontariamente assorbito Prana o energia cosmica. Veicolato da aria, acqua, alimenti, non si identifica con i loro componenti chimici. Van Lysebeth ritiene che esso sia rappresentato prevalentemente da piccoli ioni negativi, assai mobili e vitalizzanti.
Anche il corpo sottile, o massa pranica individualizzata, ha organi di assorbimento, trasformazione e trasmissione, la cui conoscenza, per millenni diretta e intuitiva, incomincia ad essere scientificamente verificata; secondo uno studioso ” c’è qualche cosa che va al di là della nostra biologia molecolare, aprendo un varco nella nostra mente fino all’imponderabile, all’infinitesimale “.
(Da: Rebirthing Transpersonale – Usare le potenzialità del respiro per liberare l’energia vivere meglio e rinnovarsi – di Filippo Falzoni Gallerani)
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– Fonte web: http://www.rebirthing-italia.com/libro.htm