La storia è ambientata nell’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (Pisa) uno dei più importanti monasteri buddisti Occidentali dove diverse volte ha anche risieduto il Dalai Lama. Qui alcuni monaci e i due maestri spirituali del centro raccontano del loro rapporto con il cibo, ponendo l’attenzione sia al rispetto dell’ambiente che a quello per tutti gli esseri viventi, ma anche a come l’alimentazione possa diventare pratica quotidiana di meditazione.
Nonostante si mettano spesso in antagonismo i bisogni corporali con quelli spirituali tra cibo e spiritualità cè un rapporto molto stretto. Basti pensare al pane e al vino nell’Eucarestia della religione cristiana, all’alimentazione vegetariana di certe religioni orientali, o alluso del digiuno nel Ramadan.
Il cibo come storia e cultura, memoria e gusto, concetto rituale e simbolico, incontro e integrazione, ma anche mezzo per capire meglio l’identità delle diverse culture, lo spaesamento e il disagio nel loro processo di integrazione.
Parte del cibo vegetariano consumato nel monastero viene coltivato all’interno dell’istituto seguendo sia i metodi tradizionali legati ad antiche usanze tibetane, sia quelli più avanzati della biodinamica.
ESTRATTO DAL FILM “IL CIBO DELL’ANIMA STORIE BUDDISTE” di Piero Cannizzaro.
Presentato:
A Londra allo ART & CINEMA ROOM In collaboration with HF Contemporary Art & the Italian Film Festival UK.(2007).
Anteprima romana alla SALA TREVI presentato dai critici Paolo DAgostini, Enrico Magrelli, Silvana Silvestri. (nov. 2007).
A Roma alla CASA DEL CINEMA a conclusione della Rassegna ROMA REALE ROMA PLURALE. Laicità:tutela e garanzie delle diversità(2008) presentato dal critico Enrico Magrelli.
Acqui Terme. Festival Spiritualità a cura della Fiera del libro di Torino. 2009.