Scopri come ritrovare la serenità! Elimina paure, insicurezze e sensi di colpa. Molte persone si costruiscono la propria prigione fatta di insoddisfazione, di ferite auto-inflitte, di paure immotivate… tutti fardelli che bloccano il loro sé tenendole in trance.
Il metodo dell’Accettazione Totale ci libera da una trance frenetica di “email, troppi impegni, corse, raggiungere, consumare e acquistare”, insegnandoci a coltivare una presa di coscienza consapevole e compassionevole verso noi stessi. In questo modo cominciamo ad accettare chi siamo nel presente e le nostre vite per quello che sono.
Il metodo dell’accettazione totale non prevede che si accettino le cose così come sono o che ci si rassegni agli eventi. Si tratta piuttosto di cercare di ricavare il buono da ogni situazione attraverso la meditazione, prendendoci una pausa dai ritmi frenetici della vita.
La trance dell’inadeguatezza
(Da: Il Potere straordinario dell’Accettazione Totale – Tara Brach – cap. 1)
«Camminerai una notte…
Ti sarà improvvisamente chiaro
che stavi per scappare
e che sei colpevole:
hai letto male le complesse istruzioni,
non sei un membro,
hai perso la tua tessera
o non ne hai mai avuta una…».
Wendell Berry
Per anni ho fatto un sogno ricorrente in cui mi trovo coinvolta in un’inutile lotta per arrivare da qualche parte. Qualche volta corro su per una collina, altre volte scalo massi o nuoto controcorrente. Spesso una persona amata è nei guai o sta per succedere qualcosa di brutto.
La mia mente corre freneticamente, ma il mio corpo è pesante ed esausto, mi muovo al rallentatore. So che dovrei essere in grado di gestire il problema, ma non importa quanto ci provi, non riesco ad arrivare dove ho bisogno di andare.
Completamente da sola e oppressa dalla paura del fallimento, sono intrappolata nel mio dilemma. Al mondo non esiste nient’altro.
Questo sogno cattura l’essenza della trance dell’inadeguatezza.
Nei nostri sogni spesso sembriamo essere i protagonisti di un dramma già scritto, destinati a reagire alle circostanze in un modo predefinito. Sembriamo non essere al corrente delle scelte e delle possibilità che potrebbero esserci. Quando siamo nella trance, presi dalle nostre storie e dalle paure di come potremmo fallire, ci troviamo nello stesso stato.
Stiamo vivendo in un sogno da svegli che definisce e delimita completamente la nostra esperienza della vita. Il resto del mondo è solamente uno sfondo mentre lottiamo per arrivare da qualche parte, per essere una persona migliore, per raggiungere qualcosa, per evitare di fare errori. Come in un sogno, prendiamo le nostre storie per vere, una realtà convincente, che consuma la maggior parte della nostra attenzione. Mentre pranziamo o torniamo a casa dal lavoro, mentre parliamo con i nostri partner o leggiamo ai nostri bambini la sera, continuiamo a rivedere le nostre paure e i nostri piani.
Inerente alla trance è la convinzione che non importa quanto ci proviamo, in qualche modo falliamo sempre.
Sentirsi inadeguati va a braccetto con il sentirsi separati dagli altri, separati dalla vita. Se ci manca qualcosa, come possiamo trovare il nostro posto? Se non abbiamo da offrire niente di valore, non ci meritiamo di essere amati. È un circolo vizioso: più sentiamo che ci manca qualcosa, più ci sentiamo distanziati e la solitudine e l’ansia che accompagnano il senso di non appartenenza rinforzano solo la nostra percezione di essere fondamentale difettosi.
Per alcuni, l’espressione più evidente è la dipendenza, che può essere da alcol, cibo o droghe. Altri si sentono dipendenti da una relazione, dipendono da una persona in particolare o dalle persone in generale per sentirsi completi e sentire che vale la pena vivere la vita. Altri ancora cercano di sentirsi importanti con lunghe ore di lavoro estenuante, una dipendenza che la nostra cultura spesso approva.
La convinzione di essere inadeguati e carenti rende difficile credere che siamo veramente amati.
Molti di noi vivono con un inizio di depressione o senza la speranza di potersi sentire vicini alle altre persone. Abbiamo paura che se capiscono quanto siamo noiosi o stupidi, egoisti o insicuri, ci rifiuteranno. Se non siamo abbastanza belli, potremmo non essere mai amati in un modo intimo e romantico.
Desideriamo un’esperienza indiscussa di appartenenza, di sentirci a casa con noi stessi e con gli altri, a nostro agio e totalmente accettati. Ma la trance di inadeguatezza mantiene fuori dalla nostra portata la dolcezza dell’appartenenza.
La trance d’inadeguatezza s’intensifica quando la nostra vita sembra dolorosa e fuori controllo. Potremmo presumere che la nostra malattia fisica o la depressione emotiva sia colpa nostra, il risultato dei nostri geni cattivi o della nostra mancanza di disciplina e volontà. Potremmo sentire che la perdita del lavoro o un divorzio doloroso siano il riflesso dei nostri difetti personali.
Se avessimo fatto del nostro meglio, se fossimo stati diversi in qualche modo, le cose sarebbero andate bene. Anche se possiamo dare la colpa a qualcun altro, tacitamente continuiamo a incolparci per esserci messi in quella situazione.
Anche se non siamo noi a soffrire, se qualcuno vicino a noi – un partner o un bambino – soffre, possiamo prendere ciò come un’ulteriore prova della nostra inadeguatezza.
Una delle mie clienti di psicoterapia ha un figlio di 13 anni a cui è stato diagnosticato un disturbo dell’attenzione. Ha provato tutto quello che poteva per aiutarlo, dottori, diete, agopuntura, medicine, amore. Ma il ragazzo ha ancora problemi accademici e si sente isolato a livello sociale. È convinto di essere un “perdente” e, per il dolore e la frustrazione, spesso ha scoppi di rabbia. A dispetto dei suoi amorevoli sforzi, la madre vive angosciata, sentendo che sta deludendo il figlio e che dovrebbe fare di più.
La trance d’inadeguatezza non si mostra sempre come una sensazione di vergogna o di mancanza.
Quando ho detto a una buona amica che stavo scrivendo sull’inadeguatezza e su quanto fosse invasiva, lei non era d’accordo. «La mia sfida più grande non è la vergogna, è l’orgoglio» insisteva. Questa donna, un’insegnante e scrittrice di successo, mi ha detto di quanto spesso si sentisse superiore agli altri. Trova molte persone mentalmente lente e noiose. Visto che molte persone la ammirano, spesso si sente importante e speciale. «Sono imbarazzata nel dirlo» mi ha confidato «e forse è qui che entra in gioco la vergogna. Ma mi piace che le persone mi seguano… è in quel momento che mi sento bene con me stessa». La mia amica sta vivendo un’altra espressione della trance. Ha continuato riconoscendo che nei periodi di magra, nelle volte in qui non si sente produttiva, utile o riconosciuta, ecco che scivola nella sensazione di inadeguatezza. Invece di riconoscere semplicemente i suoi talenti e godersi i suoi punti di forza, ha bisogno di rassicurazioni per sentirsi speciale o superiore.
Convinti di non essere abbastanza bravi, non possiamo mai rilassarci. Stiamo in guardia, controllando le nostre mancanze. Quando inevitabilmente le troviamo, ci sentiamo ancora più insicuri e immeritevoli. Dobbiamo provarci ancora di più.
L’ironia di tutto questo è… dove pensiamo di stare andando?
Uno studente di meditazione mi ha detto che si sente come se stesse vivendo le giornate spinto dalla sensazione di avere bisogno di fare di più. Con un sorriso tirato ha detto: «Sto vivendo la vita per sommi capi e corro verso il traguardo… la morte».
Quando parlo della sofferenza dell’inadeguatezza nelle mie lezioni di meditazione, spesso noto gli studenti che annuiscono, alcuni in lacrime. Potrebbero rendersi conto per la prima volta che la vergogna che provano non è il loro peso personale, e che molti la sperimentano.
Alcuni dopo si fermano per parlare. Mi confidano che sentirsi indegni ha reso loro impossibile chiedere aiuto o farsi amare da qualcun altro. Alcuni riconoscono che il loro senso d’inadeguatezza e insicurezza li ha frenati dal realizzare i propri desideri. Spesso gli studenti mi dicono che la loro abitudine di sentirsi cronicamente inadeguati li ha fatti mettere costantemente in dubbio di meditare correttamente e di non credere nella propria crescita spirituale.
Molti di loro mi hanno detto che, nei primi giorni del loro percorso spirituale, hanno pensato che le sensazioni d’inadeguatezza sarebbero state superate con una costante pratica di meditazione. Tuttavia, anche se la meditazione li ha aiutati molto, trovano che profondi rimasugli di vergogna e insicurezza sono ostinatamente persistenti, a volte nonostante anni di pratica. Forse hanno seguito uno stile di meditazione che non era molto adatto al loro temperamento emotivo o forse avevano bisogno del supporto ulteriore della psicoterapia per scoprire e curare le ferite profonde.
Qualunque siano le ragioni, il fallimento nell’eliminare questa sofferenza tramite una pratica spirituale può far sorgere il dubbio che si possa essere davvero felici e liberi.
Tara Brach è stata una professionista della salute mentale per vent’anni e attualmente lavora a Washington DC. Prete buddista laico e famosa insegnante della coscienza buddista, è la fondatrice e insegnante presso la Insight Meditation Community, dove le sue lezioni settimanali di meditazione vengono regolarmente frequentate da più di 120 studenti. Ha completato il suo corso di Insight Meditation sotto la guida di Jack Kornfield.