Sentiamo tanto parlare dello “stare in silenzio”. Per molti questa frase non significa granché, perché non hanno ancora imparato a “attendere… Dio in silenzio” (Sal. 62,5), o ad ascoltare voci che non siano quelle esterne. Il rumore appartiene al mondo esterno, non a Dio. Dio opera nell’immobilità, e possiamo metterci così in attesa del Padre da essere consapevoli del quieto lavorio interiore, consapevoli dell’appagamento dei nostri desideri.
“Stare in silenzio” non costituisce un mero, indolente vagare con la mente. E’ un passivo ma determinato attendere Dio. Quando volete farlo, prendetevi un momento in cui potete, per un po’, lasciare da parte tutte le preoccupazioni. Iniziate il silenzio levando il vostro cuore in preghiera al Padre del vostro essere. Non temete che, se cominciate a pregare, sarete troppo “ortodossi”. Non state per supplicare Dio, che vi ha già dato “tutto quello che desiderate (Marco 11,24). Avete già imparato che, prima che Lo chiamiate, Lui ha già mandato ciò che desiderate, altrimenti non lo desiderereste.
Avete abbastanza buon senso da non supplicare o implorare Dio con una preghiera scettica. Ma passare i primi momenti del vostro silenzio a parlare direttamente al Padre fa sì che la vostra mente si concentri sull’Eterno.
(Traduzione: Annalisa Antodicola – auraweb)
– Da “Lessons in Truth” (Lezioni di verità) – Harriet Emilie Cady
– https://it.wikipedia.org/wiki/H.Emilie_Cady