Parte 1
La pratica è molto semplice. Ciò non significa che non sconvolgerà la nostra vita.
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Sedere è essenzialmente uno spazio semplificato. La vita quotidiana è un’incessante muoversi: cose da fare, gente con cui parlare, situazioni che si succedono. In mezzo a tutto ciò è difficile percepire ciò che siamo.
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La meditazione non riguarda uno stato particolare, riguarda il meditante. Non è rivolta a fare, finire o aggiustare qualcosa: è rivolta a noi stessi. Abbiamo scarse possibilità di gettare un’occhiata su noi stessi. Tendiamo a guardare ciò che non siamo, sempre qualcos’altro. Se qualcosa non va agli altri, è lì che individuiamo i colpevoli. Non guardiamo noi, guardiamo fuori. Dicendo che la meditazione è rivolta al meditante, non invito a qualche forma di autoanalisi. Non è questo. Allora, cosa facciamo?
Dopo aver assunto la miglior postura possibile, cioè equilibrata e comoda, sediamo e basta, facciamo zazen. Cosa vuol dire ‘sediamo e basta’? Vuol dire la cosa più difficile, più esigente. In genere in meditazione gli occhi sono chiusi. Ma cosa succede? Succede un po’ di tutto … una fitta alla spalla sinistra, una pressione al fianco … Portate l’attenzione al viso, percepitelo. Ci sono tensioni? Attorno alla bocca, sulla fronte? Spostate l’attenzione più in basso: percepite il collo. Poi le spalle, la schiena, il petto l’addome, le braccia, le cosce. Percepite le sensazioni che vengono a galla. Percepite il respiro, che entra e che esce. Non controllatelo, limitatevi a percepirlo. Il primo istinto è di controllare il respiro. Lasciatelo così com’è. Può essere toracico, mediano o addominale. Può essere accompagnato da un senso di costrizione. Percepitelo così com’è. Ampliate l’attenzione per sentire tutto quello che c’è. Se passa un’auto, sentite il rumore. Se passa un aereo, sentitelo. Potete sentire qualcos’altro. Siate quel che sperimentate. E’ tutto ciò che dovete fare, assolutamente tutto: sperimentare e stare con ciò che sperimentate. Ora aprite gli occhi. Se ci riuscite per tre minuti, è un miracolo. Di solito non passa un minuto che cominciamo a pensare. Il nostro interesse a stare con la realtà è molto scarso. Lo zazen (meditazione seduta) è tutto qui? Non ci piace particolarmente. “Non stiamo cercando l’illuminazione?” Il nostro interesse per la realtà è straordinariamente scarso. Preferiamo pensare. Vogliamo ritornare alle nostre amate preoccupazioni, vogliamo capire la vita. Così, prima di accorgercene, abbiamo dimenticato del tutto il momento presente e siamo trasvolati a un pensiero qualunque: il ragazzo, la ragazza, il lavoro, la moglie, il marito, la vacanza … siamo partiti! Non c’è niente di male nelle fantasticherie, salvo il fatto che, perdendoci dentro, abbiamo perso qualcos’altro. Quando ci perdiamo nei pensieri e nelle fantasie, abbiamo perso la realtà. La vita ci è sfuggita. Questo è il modo di agire degli esseri umani. Non solo ogni tanto, ma in continuazione. Perchè agiamo cosi? Conosciamo benissimo la risposta: perchè stiamo cercando di proteggerci. Cerchiamo di sfuggire alla difficoltà del momento, o almeno di comprenderla. Non c’è nulla di sbagliato nei nostri pensieri egocentrici salvo che, identificandoci con essi, la nostra visione della realtà è bloccata. … segue …
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