Un breve brano tratto dalla Predica di Buddha ai Kalama, sul non porre fiducia in nulla, tranne che in ciò che si considera ed esperisce come vero e buono. Un altro conciso, ma confacente frammento attribuito al Buddha. E infine un rapido estemporaneo commento.
Non credete a ciò che avete udito;
non credete alle tradizioni solo perché sono state tramandate per generazioni;
non credete in qualcosa solo perché ne è corsa voce o molti ne hanno parlato;
non credete semplicemente perché vi viene citata un’affermazione scritta di un qualche antico saggio;
non credete nelle congetture;
non credete in ciò che considerate vero perché vi ci siete attaccati per abitudine.
Non credete semplicemente all’autorità dei vostri maestri e degli anziani.
Dopo osservazione ed analisi,
quando la verità che avete trovato
si accorda con la ragione
e contribuisce al bene ed al miglioramento di ognuno,
allora accettatela, praticatela
e vivete secondo essa.
Ed ecco un altro brano confacente.
Parole del Buddha – “Non fatevi convincere” – Anguttara Nikaya
Non fatevi convincere da mirabolanti racconti, né dalla tradizione, né dal sentito dire. Non fatevi convincere dall’autorità dei testi religiosi, né dalla mera logica o dalle supposizioni, né dal piacere della speculazione intellettuale, né dalla plausibilità, né dall’idea «questo è il mio maestro». Invece, Kalama, dopo averle attentamente esaminate, accettate soltanto quelle cose che avete sperimentato e trovato giovevoli e lasciate perdere, invece, le cose che presentano caratteristiche insane.
(Anguttara Nikaya, III, 65)
Commento
La facoltà di discernere è sicuramente indispensabile. Ma sopraggiungono momenti in cui si diventa così consapevoli che l’evidenza stessa diviene certezza. Il fior di loto della propria comprensione si schiude. Ed ecco le sorgenti della vita. Le cui vie sono ovviamente molteplici. Ora stiamo attraversando il laghetto della ragione, per conquistare il mare della bellezza, e riscoprire un oceano, la cui vera natura ci appare, al momento, realisticamente indefinibile. Il proprio percorso sembra sempre il più promettente. Talvolta ci s’identifica così tanto da ritenerlo persino unico. Ma ciò ch’è davvero insostituibile è solo il soggetto in cammino.
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