La meditazione non è mai preghiera. La preghiera, la supplica, nasce dall’autocommiserazione. Si prega quando si è in difficoltà, quando c’è il dolore; ma quando c’è felicità, gioia, non c’è supplica. Questa autocommiserazione, così profondamente radicata nell’uomo, è la radice della separazione. Ciò che è separato, o che si crede separato, sempre alla ricerca dell’identificazione con qualcosa che non sia separato, crea solo maggiore divisione e pena.
Dal fondo di questa confusione si invoca il cielo, o il proprio marito, o qualche divinità della mente. Questa invocazione può trovare una risposta, ma la risposta è l’eco dell’autocommiserazione nella sua separazione. La ripetizione di parole, di preghiere, è autoipnotica, autocircoscrivente e distruttiva. Il pensiero si isola nel campo di ciò che già conosce, e la risposta alla preghiera è la risposta di ciò che il pensiero già conosce. La meditazione è lontana da tutto ciò. In quel campo il pensiero non può entrare; non c’è nessuna separazione e quindi nessuna identità. La meditazione è all’aperto; non ha segreti. Tutto è esposto, chiaro. Allora la bellezza dell’amore è.
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– Krishnamurti (macrolibrarsi)
– it.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti
– https://it.krishnamurti-teachings.info
– Aforismi di Jiddu Krishnamurti su Meditare.it
– jkrishnamurti.org