Si dice che un giorno Nasreddin Hodja catturò un animaletto a lui sconosciuto e lo mise in un sacco. Tornato a casa l’affidò al figlio dicendogli: “Ti lascio questo sacco, conservalo così com’è fino al mio ritorno e, mi raccomando, non aprirlo. Quando torno, l’apriremo insieme e così sapremo cosa ci sta dentro. Il figlio, incuriosito dalla “cosa” che si stava agitando nel sacco, non riuscì a mantenere la promessa fatta e, non appena il padre si allontanò da casa l’aprì, ma la lepre, visto l’agevole varco fuggì, subito, via dalla trappola.
Intimorito dalla propria disubbedienza, non sapendo come meglio rimediare, riempì il sacco di pentole e coperchi. Al suo rientro, Nasreddin non era solo. Aveva chiamato in consulto i notabili più istruiti del paese per avere lumi su quell’animaletto. Chiamò il figlio e gli chiese di portare il sacco. Aprì il sacco e vedendone il contenuto, senza togliere lo sguardo da suo figlio e senza scomporsi disse: “Beyeffendiler (Signori padroni), ecco a voi, guardatele bene, sono delle pentole…”
– Nasreddin Hodja –
– Racconti dei saggi e faceti. Djeha e Nasreddin Hodja – Jean Muzi
– https://it.wikipedia.org/wiki/Nasreddin_Khoja
– Fonte
– Storie di Nasreddin – Giampaolo Fiorentini
Commento In un primo momento stavo per scartare questa strana novella. Non mi sembrava abbastanza interessante. Sennonché ne ho abbozzato un suo possibile insegnamento morale. Con ironia, ovviamente … Non perdetevi mai d’animo, se vi trovate in difficoltà fate come l’amico di tutti, il buon Nasreddin Hodja, oppure come i (alcuni dei) nostri beneamati veterani politici. Inventatevi sempre qualcosa. L’importante è la naturalezza con cui dissimulate lo sconcerto per esser stati colti … (con le mani nel sacco) impreparati. Non dimenticate, però, che il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi …