Il cervello vive come un recluso in una scatola. Per scoprire ciò che c’è fuori – dentro e fuori sono in ogni caso termini sbagliati in un sistema olistico – il cervello ha bisogno degli organi di senso e quindi di un modello. Senza un modello il cervello non può accedere al mondo esterno e neppure potrebbe sopravvivere se non come un vegetale. Qualsiasi correlazione con il mondo esterno deve essere modulata e filtrata dal modello. Le istruzioni determinate dal modello sono il suo limite, ma anche il suo vantaggio. Il modello è un limite, giacché non potrà mai rappresentare l’intera realtà, nel senso che può farcene vedere soltanto una porzione. Spesso, quando si parla, si fa riferimento a una frazione dell’intero, ma poi si finisce per scambiare quella porzione per l’intero, quindi per scambiare il proprio modello per la realtà. Tuttavia, se riconosco che il mio modello è relativo soltanto a una porzione di realtà e quindi ne accetto la relatività, ciò mi consente di mettermi nelle condizioni di cambiare. Se il modello, il mio sistema operativo, al contrario si irrigidisce e innalza le sue difese, cambiare prospettiva diventa più difficile. … se voglio cambiare i miei svantaggi in vantaggi devo ovviamente cambiare modello o includere altre prospettive … il nostro limite è che qualunque pensiero esprimiamo e’ sempre espressione del modello … allora com’è possibile uscire dall’impasse? Devo usare altre aree del cervello … (Alberto Lori)
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