Esiste un mezzo che consente all’essere umano di recuperare la sua capacità di contemplazione: si chiama Yoga Sadhana. In questa pratica le posture, o Asana, non sono solo fisiche, ma diventano mentali. Praticare yoga diventa quindi un esercizio della mente, dove tenere a freno le briglie dei pensieri porta a uno stato di armonia fisica e psicologica. Un luogo di accesso allo spirito, dove il corpo è trasformato in uno strumento di meditazione.
In queste semplici parole è sintetizzata l’origine dello yoga descritta nel nuovo volume L’alba dello yoga, edito da Mursia e scritto da T.K. Sribhashyam, figlio e discepolo del celebre maestro Sri Tirumalai Krishnamacharya. Guru, quest’ultimo, considerato il padre dello yoga moderno. Forse il più influente maestro del secolo scorso e insegnante dei più celebri yogi da noi conosciuti, tra cui Indra Devi, A. G. Mohan, il cognato B.K.S. Iyengar fondatore della celebre scuola che porta il suo nome e K. Pattabhi Jois che ha introdotto il durissimo stile Ashtanga nel mondo occidentale.
Krishnamacharya era principalmente considerato un curatore: credeva in un insegnamento personalizzato e adattato all’individuo, pur rimanendo nella pratica delle posizioni più classiche e intense. Mise a punto il diffuso metodo Vinyasa, la tecnica che fonde movimento e respiro in un addestramento energico, che non lascia spazio a pigrizia e perdita di concentrazione. …
– Da huffingtonpost.it del 08-10-13, leggi tutto l’articolo di Paola Richard …
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