Dovete capire che sedere in meditazione non significa sedere lì in modo inattivo, facendo niente. La cosa più importante di tutte è di non aggrapparsi alle idee tipo “Io sto meditando”, “Io sto recitando il nome del Buddha” o “Io sto praticando Zen”, altrimenti praticherete con l’onnipresente senso del ‘sé’.
Se continuate a dimorare nell’idea di “Io sto facendo questo e quello”, siete ancora attaccati ai pensieri erronei ed illusori e non potrete mai essere veramente liberi. In questo modo, persino se voi meditate per migliaia di anni, l’effetto sarà come quello di cuocere rocce o cuocere a vapore della sabbia. Tutto inutile, non potrete arrivare a trascendere il ciclo di nascita e morte. Così, abbandonate tutte le forme, fate in modo che la vostra mente non si attacchi a niente e non pensate a quello che state facendo. Inoltre, conducete le vostre attività quotidiane (in movimento, stando in piedi, sedendo o stando sdraiati) senza afferrarvi a nessuna idea di purezza; infine non dimorate in nessun dharma. Solo sbarazzandovi di tutte le discriminazioni e differenziazioni potete trascendere i tre regni e venire fuori dalla prigione del samsara.
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– Dagli insegnamenti del maestro – Kuang-ch’in