Il Buddha evidenziò la natura dinamica dell’esistenza. Ciò si accorda con le idee di alcuni antichi filosofi greci, come Eraclito, che affermò che, «tutto scorre» e «non si può mettere piede due volte nello stesso fiume». Ora, tutto questo suona come ordinario buonsenso; eppure c’è qualcosa nei nostri pensieri ed emozioni che recalcitra all’idea del cambiamento; cerchiamo sempre di spezzettare la dinamica danza del mondo, che è un’unità, in «cose separate», che poi congeliamo nella ghiacciaia del pensiero; ma la danza del mondo ostinatamente si rifiuta di restare spezzettata e congelata: continua a turbinare, cambiando di momento in momento, e si fa beffe di tutti i nostri penosi tentativi di organizzarla e gestirla.
Per vivere saggiamente, in armonia col dinamismo del’universo, è essenziale accettare la realtà del cambiamento e dell’impermanenza. La persona saggia, quindi, va avanti senza difficoltà, con un bagaglio leggero, mantenendo la proverbiale «mente aperta» in tutte le situazioni, perché sa che la realtà di domani non sarà la stessa di oggi. Nello stesso modo avrà imparato l’arte divina di lasciar andare, che vuol dire non attaccarsi alle persone, ai beni e alle situazioni, ma, invece, quando viene il momento di separarsi, permettere che ciò avvenga con grazia.
(John Snelling)
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