Naturalmente si tratta di una versione un po’ umoristica, ma efficace, che ho trovato sul web.
Una volta che si trovava nella regione dei Kuru il Buddha perse la pazienza e riuni’ intorno a se’ tutti i suoi monaci per tenere loro questo bel discorsetto.
“Qua – disse – se non vi ficcate bene in testa che la prima e fondamentale cosa da fare e’ esercitarvi nell’attenzione, non ne caviamo un ragno dal buco. Non penserete mica di cavarvela solo con la meditazione, standovene li’ belli belli a gambe incrociate sotto gli alberi, ad osservare il rspiro che entra e che esce, vero? Dovreste invece sforzarvi di stare attenti in ogni attimo della vostra vita, in tutto quello che fate, fin nei minimi particolari.
Intendiamoci, lo scopo non e’ mica quello di diventare dei fissati maniacali. Il fatto e’ che l’attenzione deve trasformarsi un po’ alla volta in un’attitudine inconscia della mente, una specie di riflesso condizionato, come quando facciamo automaticamente e con grande naturalezza le cose di cui abbiamo lunga pratica.
E’ solo cosi’, testoni, che svilupperete l’intuizione, cioe’ la comprensione diretta della realta’, senza il filtro dei vostri soliti schemi mentali. Solo allora non ci sara’ piu’ bisogno di zattere.
Per cui, mi raccomando, non stancatevi mai di esercitarvi continuamente nell’attenzione su tutto: sul vostro corpo, sulle sensazioni, sugli stati e i contenuti della mente, dai piu’ grossolani a quelli che si sperimentano durante la meditazione profonda.
Garantito che funziona!”.
(Fonte zen-montpellier.fr)
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