Un giorno il Re Barkat decise di mettere in carcere il Maestro per la sua predicazione e per le idee rivoltose che divulgava.
Dopo qualche mese il Re si ritrovò malato, una strana forma di paralisi nervosa lo costringeva a letto senza neppure muoversi. Tutti i medici del regno cercarono di aiutarlo con i miglior medicamenti, ma invano. Il Re sembrava non guarire, anzi peggiorava.
Un giorno qualcuno decise di suggerire al Re che forse il Maestro avrebbe potuto aiutarlo, in quanto fra il popolo aveva anche la fama di grande guaritore.
Il Re decise allora di averlo in sua presenza e di chiedergli consiglio.
Il derviscio fu chiamato e portato alla presenza di sua Maestà e gli fu illustrato il problema. Egli rispose: “Maestà io posso aiutarvi, ma solo ad una condizione: dovete portarmi un coltello affilato e dobbiamo rimanere soli io e lei”. Il Re era esterrefatto e se il Maestro avesse cercato di ucciderlo? D’altra parte non aveva altra scelta: o rimanere paralizzato o tentare questo metodo di cura.
Dopo averci riflettuto e con molta paura nel cuore disse “Va bene sia fatta la tua volontà, ma sappi che se dovesse succedere qualcosa alla mia incolumità fisica, i miei cortigiani ti faranno subito a pezzi.” Fu portato un coltello affilatissimo e lungo e furono lasciati soli, nella camera da letto reale.
A quel punto il maestro prese il coltello fra le mani e con sguardo maligno si gettò sul re dicendogli “siamo finalmente soli ed ora potrò vendicarmi!” Il Re fu preso dal terrore ed iniziando a gridare scappò fuori dal letto urlando che volevano ucciderlo.
I suoi cortigiani accorsero e videro il Re che correva intorno alla stanza inseguito dal Maestro che brandiva il coltello nell’aria.
George I. Gurdjieff
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– Aforismi di G. I. Gurdjieff (1869-1949)
– Georges Ivanovic Gurdjieff (wikipedia)