Vivendo in miseria, un uomo aveva contratto molti debiti. I suoi creditori lo assillavano perché li estinguesse, ma egli non era in grado di farlo.
“Dovrò chiedere l’aiuto di qualcuno. Forse il prefetto di Tabriz” pensò il povero.
Il prefetto era una persona molto generosa, e spesso ci si rivolgeva a lui per superare gravi difficoltà.
«Sai dirmi dove abita il prefetto?» domandò l’uomo a un passante.
«La sua casa è poco distante, ma… non sai che è morto proprio oggi?»
Il povero si morse la lingua, e biascicò:
«È morto proprio oggi che avevo bisogno di lui!»
Ma dopo un attimo di sbigottimento, pensò:
“Ho sbagliato a credere che un uomo potesse aiutarmi. È soltanto in Dio che si deve confidare.”
Il giorno dopo i creditori gli irruppero in casa, con fare minaccioso.
«Abbiamo atteso fin troppo. Dacci ciò che ci spetta!»
«Ma non ho nulla! Concedetemi ancora un po’ di tempo, e forse potrò pagarvi» disse l’uomo, singhiozzando.
I creditori gli accordarono una proroga di due giorni. Non potevano fare altrimenti, poiché l’uomo non aveva nulla. La casa era vecchia e cadente, e vendendola si ricavava ben poco.
Un tipo molto compassionevole venne a conoscenza della situazione e si offri di aiutare il povero.
«Io non sono ricco, e non ho soldi. Però posso organizzare una colletta per racimolare quanto ti occorre.»
«Te ne sono molto grato. Cerca di fare il possibile» rispose il povero, con un lampo di speranza negli occhi.
Il giorno dopo, il denaro raccolto fu consegnato all’indigente. Ma l’uomo constatò amaramente che si trattava di una somma molto piccola.
«È inutile» disse al suo benefattore. «Ti ringrazio per ciò che hai fatto, ma sono quasi al punto di partenza. Potrò soddisfare solo una minima parte dei miei creditori. Però non importa. Sei stato molto buono, e hai fatto ciò che potevi.»
Dopo quest’altra delusione, il problema sembrava insolubile.
Spinto dalla disperazione l’uomo cominciò a camminare a casaccio e arrivò al cimitero. Seguendo uno strano istinto, si avvicinò alla tomba del prefetto, e gridò:
«Sei morto proprio mentre venivo a chiedere il tuo aiuto! E ora ne ho più bisogno che mai! Ti prego, salvami!»
L’uomo parlava impulsivamente, senza rendersi conto di rivolgersi a un morto!
Giunse l’ultima notte, la vigilia della scadenza, e il suo sonno era molto agitato. Ormai non poteva più saldare il debito.
Nel sogno gli apparve una figura imponente, che il povero non stentò a riconoscere: si trattava del prefetto!
«Tu! Sei venuto a cercarmi! Mi aiuterai?»
«È per questo che sono qui» rispose lo spirito, aggiungendo, senza perdersi in chiacchiere: «Esci dalla città, e fermati sotto un grande albero. Scava a fondo e troverai un tesoro. I tuoi creditori saranno soddisfatti.»
«Ma gli alberi grandi sono tanti! Come farò a capire di quale stai parlando? »
«Non puoi sbagliarti. Lo sentirai. E ora lasciami andare, il mio compito è finito» disse il prefetto, svanendo nel nulla.
Quella notte stessa, il povero si recò nel luogo indicato. E cominciò a scavare febbrilmente. Dopo un po’, seminascosto dal fango, scoprì uno scrigno di monete d’oro.
Il prefetto lo aveva aiutato!
E cosi l’appoggio d’un morto si rivelò più consistente di quello dei vivi.
Quanto al povero, imparò la lezione e, da quel giorno, evitò di indebitarsi con chicchessia.
Commento:
Una possibile chiave di comprensione: supera per un po’ le consuetudini, avventurati nell’ignoto della tua interiorità, il tuo cuore; infatti solo con il cuore riesci a “sentire”; sii più compassionevole e troverai dei tesori insperati appena appena celati dal fango ….
George I. Gurdjieff
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– Aforismi di G. I. Gurdjieff (1869-1949)
– Georges Ivanovic Gurdjieff (wikipedia)