Senza troppo soffermarti per il momento al suo significato, ti propongo di ripetere, mormorare, canticchiare ciò che è nel cuore di tutti i monaci dell’Athos: “Kyrie eleison, Kyrie eleison…”.
Ciò non piaceva troppo al giovane filosofo. In occasione di certe messe di matrimonio o di funerale aveva già sentito quell’invocazione, tradotta con “Signore pietà” Il monaco Serafino sorrise: “Sì, questo e uno dei significati di tale invocazione, ma ve ne sono ben altri. Vuol dire anche: “Signore, manda il tuo Spirito…! Che la tua tenerezza sia su di me e su tutti, che il tuo Nome sia benedetto”, ecc. Ma non cercare troppo di impadronirti del significato di questa invocazione, esso ti si rivelerà da sé.
Per il momento sii sensibile e attento alla vibrazione che essa suscita nel tuo corpo e nel tuo cuore. Cerca di armonizzarla quietamente con il ritmo del tuo respiro. Quando i pensieri ti tormentano, ritorna dolcemente a quell’invocazione, respira più profondamente ,tieniti diritto e immobile e incomincerai a conoscere un inizio di “esichia”, la pace che Dio dà senza lesinare a coloro che lo amano”.
A capo di alcuni giorni il “Kyrie eleison” gli divenne un poco più familiare. Lo accompagnava come il ronzio accompagna l’ape quando fa il miele. Non sempre lo ripeteva con le labbra. Allora il ronzio diventava più interiore e la sua vibrazione più profonda.
Il “Kyrie eleison”, di cui aveva rinunziato a “cogliere” il senso, lo conduceva talvolta in un silenzio sconosciuto. Si ritrovava nello stato d’animo dell’apostolo Tommaso quando vide il Cristo risorto: “Kyrie eleison” “mio Signore e mio Dio”.
L’invocazione lo immergeva poco a poco in un clima di rispetto intenso verso tutto ciò che esiste, ed anche di adorazione per ciò che è nascosto e si trova alla radice di ogni esistenza. Padre Serafino allora gli disse : “Adesso non sei lontano dal meditare come un uomo. Debbo insegnarti la meditazione di Abramo”.
(Da: L’Esicaismo, di Jean-Yves Leloup)
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pratico da anni l’esicasmo , posso dire che avvicina veramente la Via insegnata dal maestro grazie per l’articolo
pozzi luca .