Trascorriamo la maggior parte delle giornate presi nel vortice delle nostre attività, nel lavoro, nelle relazioni, nelle conversazioni e molto raramente ci ancoriamo alla consapevolezza del corpo. Ci perdiamo nei pensieri, nelle sensazioni, nelle emozioni, nelle nostre storie, nei nostri progetti. Potete fare una verifica molto semplice di questo stato di dispersione mentale prestando attenzione ai momenti in cui vi accorgete di andare di fretta.
Andare di fretta non ha nulla a che fare con la velocità. Si può andare di fretta muovendosi piano e si può andare di fretta movendosi rapidamente. Si va di fretta quando ci si sente come se ci si precipitasse in avanti. La mente corre davanti a noi; è là fuori dove vogliamo arrivare, invece di stare qui, dentro il corpo. La sensazione dell’andare di fretta è una buona verifica. Ogni volta che non siamo presenti a noi stessi, proprio in quel momento, in quella stessa situazione, dovremmo fermarci e fare alcuni respiri profondi, ritornare nel corpo, sentirci seduti, avvertire i passi che facciamo, stare nel corpo. Il Buddha al riguardo fece una dichiarazione molto forte: «La consapevolezza del corpo conduce al nirvana». Questa consapevolezza non è una pratica superficiale: la consapevolezza del corpo ci mantiene presenti.
Joseph Goldstein
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