Se vuoi conoscere tutto, conosci l’Uno. Concetto interessante, non è vero? Questa è una delle tante realizzazioni dell’antica saggezza dello Yoga. Le profonde realizzazioni sono il frutto di sintesi, spesso stimolate da sperimentazioni pratiche e lo Yoga rientra perfettamente in questo tipo di realtà, qui la conoscenza letteraria ha una importanza molto relativa.
Oggi giorno le persone sono intellettualmente molto acute, sia per la loro educazione che per la complessità della vita moderna, eppure, questa preziosa saggezza rimane esclusiva, così come lo era migliaia di anni fa. Cos’è quell’Uno di cui lo Yoga parla? È il nostro “Io” interiore.
Come fai a sapere che esisti? Quando tu pensi “Io so che io esisto”, quella parola “Io” che sa, è la consapevolezza dentro di te, che è eterna e non può essere limitata. Concentrando profondamente la mente, noi possiamo andare oltre il normale stato di conoscenza e raggiungere livelli profondi di consapevolezza. Il viaggio giunge alla fine quando raggiungiamo la realizzazione che la nostra coscienza è molto vicina alla coscienza infinita che pervade il cosmo intero. Questo sentimento di completa unità con la creazione, è l’ultimo scopo dello Yoga ed è uno stato di gioia e beatitudine inimmaginabile che è chiamato in Sanscrito “Ananda”.
(Acarya Ganadevananda Avadhuta)
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