D.: L’Illuminazione è uno stato di continua felicità?… Quando si arrabbia… è felice all’interno? La differenza fra noi è il fatto che noi ci identifichiamo con le nostre emozioni che ci governano, mentre lei no?
P.: La felicità è permanente. È sempre lì. Ciò che va e viene è l’infelicità… Se ti identifichi con ciò che viene e va, sarai infelice. Se ti identifichi con ciò che è permanente, sei la felicità stessa… La collera è una mia buona amica. È là quando ne ho bisogno per trattare qualche affare. È utile: fa un buon lavoro senza disturbarmi, poi se ne va finché non ne avrò ancora bisogno.
(Sri Hariwansh W. Lal Poonja – Papaji)
Una sola opera ci compete: l’annientamento di noi stessi (del proprio ego – ndr).
Tale annientamento però, per quanto grande sia, rimane imperfetto se Dio stesso non lo compie in noi.
(Meister Eckhart)
La resa perfetta, totale e assoluta, è quella che accetta la possibilità che l’illuminazione possa non awenire in questo organismo corpo-mente. Accettare questa possibilità è la resa perfetta.
Tu non puoi cercare Dio. Al momento giusto, nel luogo giusto, Dio cercherà te.
(Ramesh Balsekar)
Sto leggendo le parole di questa pagina, e la pagina sembra certamente separata… da chi la sta leggendo. Ma se astraggo la “pagina” dal campo della visione per farne un oggetto mentale, questo concetto appare separato da me come un oggetto nella mia coscienza… Non c’è una sensazione chiamata io che sente una sensazione chiamata pagina! Piuttosto c’è una sola sensazione. Il dentro è il fuori… voi siete infatti ciò che osservate. Così la divisione, lo spazio tra il “soggetto qui dentro” e “l’oggetto là fuori” è una sottile illusione.
(Ken Wilber)
I nostri sensi non sono separati da ciò che è “là fuori”, ma sono intimamente coinvolti in un complesso processo di feed-back, il cui risultato finale è di creare ciò che è “là fuori”. Cosa è là fuori?
Il nostro mondo è “costruito” dalle parole… dai nostri credo culturali. Ciò che chiamiamo realtà è imparata.
(Michael Talbot)
Tutti noi abbiamo fatto l’esperienza di quei momenti di oblìo totale in cui ci sentiamo come piante, animali, creature dei grandi fondi marini o abitanti delle alture celesti… credo che in tali momenti noi proviamo a dire a noi stessi ciò che sappiamo da tempo, ma che rifiutiamo di ammettere: che vivere ed essere morti sono la stessa cosa e che vivere un giorno o mille anni non fa alcuna differenza.
(Henri Miller)