“Riconosci che lo stato della pura e totale presenza è una vasta dimensione senza centro né confini. È dovunque uguale, non accetta né rifiuta alcunché. Unisci la natura della mente e i suoi processi abituali in una condizione al di là del dualismo. Poiché i fenomeni, concepiti soggettivamente o sperimentati direttamente, si presentano come ornamenti dello stato primordiale, non accettarli né respingerli. […] Gli oggetti presenti che appaiono spontaneamente sono manifestazioni della pura esperienza. […] Tutto ciò che esiste e appare si manifesta nello spazio della realtà non nata. […] Riconosci che tutto ciò che si pensa o di cui ci si occupa è la sostanza del principio d’ordine non nato. […]
Abituati al fatto che tutto quanto accettiamo o rifiutiamo e affermiamo o neghiamo con atteggiamento dualistico (piacere e disgusto, felicità e frustrazione, bello e brutto, paura e sicurezza, malattia e salute, nemici e amici, amore e odio, e così via) ha un unico sapore: in questo modo i giudizi si capovolgeranno. […]
Non creare il dualismo dallo stato unico. Felicità e sofferenza sono un’unica cosa nella presenza pura e totale. I Buddha e gli esseri sono la stessa cosa nella natura della mente. I fenomeni e gli esseri, l’ambiente e chi ci vive, in realtà sono la stessa cosa. Anche gli opposti vero e falso sono in realtà la stessa cosa. Non aggrapparti alla felicità, non respingere la sofferenza. In questo modo tutto si realizza. […] La virtù e il suo opposto, l’accettazione e il rifiuto, il bello e il brutto, il grande e il piccolo sono la stessa cosa nella presenza pura e totale […] Non opporti a quel che fai perché fare e non fare sono non nati. Sapendo questo, tutto ciò che fai è la realtà non nata. […] Anche i cinque oggetti del desiderio vanno intesi come pura e totale presenza. I cinque oggetti del desiderio e dell’avversione sono anch’essi pura e totale presenza. […] Tutto ciò che fai o ciò che appare, lascialo nel suo stato naturale, senza premeditazione. Questa è la vera libertà. […] Il presente stato naturale della contemplazione sorge dimorando nella spontaneità. […] Non esiste alcuno stato che non sia questo vasto stato di presenza. Esso è la dimora e la sede di tutto. […] Qui non è necessario progredire gradualmente né purificare alcunché. […] Ascolta! Poiché la natura della mente è spontaneamente perfetta, io non insegno la perfezione e la non perfezione. Non discriminare tra piacere e ansietà. Sii libero dalla speranza del nirvana e dalla paura del samsara. […]
La meditazione è la chiarezza intrinseca che libera tutto ciò che sorge; il modo di vivere è un flusso dinamico e continuo; il risultato è la non dualità di speranza e paura. […] Quando sorge la pura presenza priva di pregiudizi e di parzialità che non corregge le apparenze, resta nello stato della chiarezza e seguine il flusso continuo senza distrarti” (pp. 45-53).
(Dal testo di Longchenpa “La nave preziosa: guida al significato della pura e totale presenza, l’energia creativa dell’universo”)
– https://en.wikipedia.org/wiki/Longchenpa
– Dzogchen. L’essenza del cuore dalla grande perfezione – Gyatso Tenzin (Dalai Lama)
– Fonte: lameditazionecomevia.it
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